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Immagine del redattore Paola Annita Pagliari

INGIUSTIZIA E' STATA FATTA parte II


PAOLO LEONI, detto “Ozzy”, figlio d’arte, il beato.

E’ considerato il leader ideologico del gruppo Le Bestie di Satana. "Ozzy", proprio come il più celebre Ozzy Osbourne, uno dei musicisti più amati dai giovani che seguono il rock duro.

Qualcuno comincia già a beatificarlo; leggiamo un po’ questo articolo del 2011: «Da satanista condannato all'ergastolo perché ritenuto colpevole di tre omicidi, a benefattore. Paolo Leoni, per tutti Ozzy, è stato definito in tanti modi: frontman, leader, capo carismatico, ispiratore delle Bestie di Satana. Il termine benefattore, però, non gli è mai stato accostato. Sino a ieri quando è stato reso noto che lui, insieme ad altri tre detenuti nel carcere di San Remo dove Ozzy sta scontando la pena (confermata in Cassazione) all'ergastolo, ha costruito gli infissi in alluminio poi regalati a un chiosco-bar di Albenga dato alle fiamme un paio di mesi fa.

Leoni è uno dei "ragazzi" della cooperativa «La Galeotta» che nel carcere di San Remo gestisce parecchi laboratori, ivi compreso quello di carpenteria. Ozzy ha quindi contribuito con il proprio lavoro ad un gesto buono e disinteressato: il chiosco-bar, infatti, potrà riaprire, permettendo ai proprietari di tornare a lavorare, risparmiando sulle spese di riqualificazione ai danni compiuti dal fuoco. La figura di Leoni, del resto, è sempre stata controversa. E' accusato di aver preso parte agli omicidi di Fabio Tollis e Chiara Marino, uccisi nei boschi di Somma Lombardo nel gennaio 1998. I due ragazzi, attirati con l'inganno nel luogo già preparato per la mattanza (la fossa che li ha sepolti per 6 anni era già stata scavata nel pomeriggio), vennero massacrati a colpi di mazza e coltello.

Leoni, però, non era sul posto: secondo l'accusa Ozzy era al corrente di quanto stesse accadendo e anzi avrebbe messo in campo "riti satanici" durante il duplice omicidio. In primo grado Leoni fu condannato dalla Corte D'Assise di Busto Arsizio presieduta da Anna Azzena a 26 anni. In Appello gli fu comminato l'ergastolo. Il fine pena mai è stato confermato in Cassazione. Leoni si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, assolutamente innocente. In una lettera aperta pubblicata sul sito «La voce d'Italia» il ragazzo scrive: «Ricorrerò in ogni sede per dimostrare la mia innocenza». A pesare su di lui anche l'ombra del padre: condannato per omicidio a sua volta e accreditato quale membro di una setta satanica.».


A puro titolo di cronaca, facciamo notare che anche Leoni ha interpellato Paolo Franceschetti, dal 2011. E nello stesso anno compare il mirabolante articolo. Coincidenze? Sicuramente. E due paroline meriterebbe anche la stessa “Cooperativa Galeotta”. Lo faremo in separata sede, per non dilungarci troppo qui. Annotatevi quindi questo nome.

Facciamo un passettino indietro? Sentiamo cosa raccontava Michele, 24 anni, loanese, ricordando l'estate del 1996 quando Paolo Leoni trascorreva le vacanze al mare, divertendosi a fare il duro, anche con Michele e i suoi amici.

«Lo avevo conosciuto al pattinaggio dove ci si incontrava la sera con la compagnia per ammazzare la noia. Si vantava di essere una sorta di "stregone", capace di fare qualunque cosa: di restare, per esempio, con la testa infilata dentro un secchio colmo d'acqua anche venti minuti, di giocare con la morte e di non avere paura di nessuno.

Di giorno si vedeva poco, la sera invece arrivava trascinandosi dentro quei vestiti neri da far paura e con i capelli lunghi sciolti sulle spalle. Aveva lo sguardo davvero poco rassicurante: se lo incrociavi con gli occhi dovevi fare in fretta ad abbassarli per non essere minacciato di botte. Spesso insieme ad altri amici si raccoglieva a Monte Carmelo, sulle alture, per celebrare quelle che lui definiva "incontri ravvicinati con il diavolo", ma che altro non erano che sedute spiritiche. In pochi minuti riusciva a trasformarsi in un'altra persona: occhi bianchi come la neve, muscoli del viso tiratissimi e voce roca, quasi sdoppiata. Non ho mai creduto che fosse un "demonio" come lui sosteneva: stavamo al gioco e noi ci divertivamo».

Michele ricorda anche una sera d'estate quando Paolo "Ozzy" Leoni al volante della Renault 5 del padre si schiantò contro un muro: «l'auto era andata completamente distrutta, lui però non si era fatto praticamente nulla. Quando ci siamo avvicinati per capire se aveva bisogno, lui schiacciò sull'acceleratore tentando di investirci».

Le Bestie di Satana cercavano forse adepti in Riviera durante le vacanze estive? Tutto può essere.

IL PAPA’ SATANISTA Corrado Maria Leoni

Era seguace della setta "Om-Sai ram" che fondava le sue radici nella cultura mediorientale, all'interno del gruppo si era guadagnato il nome di "Satana". Si vestiva sempre e solo di nero, andava in giro con dei teschi appesi al collo e aveva la casa piena di anelli e amuleti. Dalla mattina alla sera recitava strane litanie e ascoltava musica orientale. Un padre perfetto.

Il “padre dell’anno” uccise barbaramente Maddalena Russo, cantante da night, strangolata con una cintura e poi abbandonata su un prato vicino a Trezzano sul Naviglio a pochi chilometri da Milano. Viene ritenuto il primo delitto riconducibile alla setta. Fu uccisa, come spiegò l'autopsia, a mezzanotte in punto di venerdì 13, a settembre 1985. Le indagini rivelarono che Corrado Leoni, morto ormai da diversi anni, aveva una personalità complessa. Dopo il delitto venne dichiarato incapace di intendere e di volere.

Con lo stesso nome, Om-Sai ram, si trova ancora qualche traccia: «Categoria: Associazioni di Yoga a Foggia. Om Sai Ram Associazione Culturale Sportiva Dilettantistica si trova a foggia ed è affiliata all'ASI. Il loro fine è quello di aumentare la forma fisica e il benessere delle persone organizzando attività sul territorio (anche per bambini e ragazzi). Le loro lezioni servono a sviluppare le capacità motorie e fisiche ed a servono a il proprio aspetto fisico per arrivare ad una maggior sicurezza individuale operando anche sulla propria autostima. I loro istruttori sono i più bravi della zona e si aggiornano costantemente partecipando agli aggiornamenti per garantire la massima sicurezza e professionalità ai loro iscritti. Il risultato e il divertimento che si producono facendo yoga rendono questa attività davvero speciale, per cui, una volta che avrete cominciato, non potrete più rinunciarvi! Prova... e vedrai! Om Sai Ram Associazione Culturale Sportiva Dilettantistica è una grande famiglia in cui potrai trovare un ambiente gradevole e sereno. Se vuoi iscriverti o semplicemente scoprire di più sui loro corsi puoi andare in sede o inviare un messaggio cliccando sul bottone "Contattaci" presente nella pagina». Mah. Anche in questo caso, coincidenze.

MAMMINA SI LAMENTA

La madre di Paolo si lamenta perché non solo considera il figlio innocente, ma anche perché per altre “Bestie” ci sono state in questi anni permessi, uscite dal carcere, anche nuove vite ricominciate. Ma per il figlioletto suo no: «Mio figlio va avanti con la musica, la sua passione per il rap. Lavora, costruisce serramenti. Sono sicura della sua innocenza. Quelli che hanno ucciso o hanno partecipato sono fuori o lo saranno fra poco, mio figlio è dentro. Sono serena. Spero che venga fuori la verità, spero di vederlo libero prima di chiudere gli occhi. Non era una satanista, aveva la camera nera, ma non è mai stato un satanista, come non lo è mai stato mio marito». No, no, per carità.

Secondo mamma Carla però quel figlio è 14 anni che è detenuto, ma in maniera ingiusta e con ingiusto trattamento rispetto agli altri. «Capisco il dolore dei genitori che hanno perso un figlio. Ma anch’io non ho più il mio, dopo che mia figlia è mancata più di ventun anni fa. Paolo ha perso tutta la sua giovinezza, gli anni più belli. E’ entrato in carcere a 27 anni e a febbraio ne compirà 41», lamenta ancora la donna in una lunga confessione. «Non dico uscire, ma un’ora di permesso, giusto il tempo di una pizza», ha confidato Paolo alla madre che chiede il perché di 14 anni senza una sola ora di concessa libertà. «Ho 71 anni e sono stanca, il viaggio da Corsico a Sanremo e ritorno ogni quindici giorni mi pesa. Vado avanti per Paolo. Perché ogni quindici giorni lo posso stringere fra le braccia. Anche se mi costa quando devo salutarlo e andare via».”

Tranquilla, se tutto va bene, verrà beatificato presto.


Pietro “Wedra” Guerrieri: iniziano i saldi

«Io chiedo a chi leggerà questa lettera di proteggere mia mamma e mio papà e mio fratello dai satanisti e i mafiosi perché io di loro ho paura e purtroppo per la mia ingenuità e sprovveduta attenzione da qualche tempo ne verrò ucciso». Una lettera disperata, con l’indicazione precisa della data “mercoledì 7/4/1999” e perfino dell’ora “h. 10.59 p.”. La scriveva Pietro Guerrieri, operaio e tatuatore di Brugherio, il massiccio “Wedra” delle Bestie di Satana. Era angosciato.

“Già dopo 15 giorni me ne volevo andare da quel gruppo. Ma sono costretto a restare per le minacce di morte verso di me e verso la mia famiglia. Quello che ho fatto l’ho fatto perché ero obbligato a farlo”, così si è sempre difeso Guerrieri fin dai primissimi interrogatori. La sua vita era diventata un incubo. La droga, due ricoveri per problemi psichiatrici, la paura che da un momento all’altro la setta decidesse di ucciderlo.

I suoi terrori non si sono avverati. E’ vivo e libero. È stato l’unico che al processo si sia abbandonato, in lacrime, a una dichiarazione di pubblico pentimento, l’unico a risarcire le famiglie di Fabio Tollis e Chiara Marino. Ed è stato premiato, infatti è stato il primo a recuperare la libertà, nel maggio del 2012, dopo avere scontato sette anni della condanna a dodici anni, 7 mesi e 20 giorni e avere trascorso un anno in prova in una comunità in Toscana. È tornato a vivere a Brugherio, con la madre, e dichiara di non avere nulla da dire.


NICOLA SAPONE “Onussen”.

Sta scontando tre ergastoli. Personaggio viscido, crudele.

Paolo Leoni e Nicola Sapone durante il processo. – 22 maggio 2012 –

Ha sostenuto l’estraneità ai fatti di Nicola Sapone Paolo Franceschetti, avvocato piuttosto controverso che «cercherà di dimostrare che Sapone non ha fatto nulla di ciò che raccontano, perché la vicenda delle Bestie di Satana è una farsa, una delle tante che i giornali ci raccontano per manipolare le masse». Per capire la sua teoria, basta leggere “Bestie di Satana. A colloquio con Nicola Sapone” del 15 luglio 2012.

«So che lui non è mai stato nel bosco di Somma Lombardo quella notte del 17 gennaio 1998 e non ha mai ucciso nessuno; se avesse ucciso a coltellate Fabio e Chiara, avrebbe avuto gli abiti inzuppati di sangue e sporchi di terra, e la notte non avrebbe potuto tornare a casa senza che i familiari se ne accorgessero e senza lasciare tracce ovunque. Siccome sono stato in quel bosco, ho potuto constatare che in quel punto le radici sono talmente fitte che i ragazzi avrebbero dovuto avere una ruspa, essendo impossibile scavare con una vanga e un piccone. So che i mozziconi di Diana Blu che hanno ritrovato sul luogo del delitto facevano parte di una messinscena, perché dopo sei anni di una sigaretta non rimane la minima traccia, e quindi queste sono state messe lì dagli inquirenti, oppure è un’invenzione dei periti; so che non può aver messo alcun riccio nella bocca di Fabio, perché si sarebbe ferito le mani, e l’indomani i testimoni (amici e familiari) avrebbero notato le ferite. So che Mariangela Pezzotta è stata uccisa da Volpe senza alcun mandato da parte di Sapone.»



Comunque questo bel personaggio disse a Michele Tollis, papà della vittima Fabio Tollis, che se lo avessero condannato all’ergastolo si sarebbe ucciso. Non risulta l’abbia fatto, anzi...

Il papà Paolo dice di lui: «Mio figlio nel carcere di Padova ha lavorato per un paio d’anni in un call center. Si è diplomato in ragioneria e poi si è iscritto a filosofia. Giovedì ha sostenuto un esame con 30 e lode, fra qualche mese la laurea. È successo quello che è successo. Senza logica, senza un perché. Di Nicola mi sento di dire soltanto che gli ho creduto dal primo momento. L’ho cresciuto da solo, come ho fatto con l’altra mia figlia. L’ho avuto sempre sotto controllo».



Michele Tollis aveva detto: «Spero che per parecchi anni non sarete in circolazione perché siete persone, e vi considero ancora persone, pericolose. Se ho la certezza che tutti siete sotto chiave finché campo, morirò soddisfatto perché avrò raggiunto lo scopo della mia vita».

Purtroppo, come abbiamo visto, parecchi sono già in circolazione e, giustamente, Tollis si chiede se sia opportuno, visto che non vi è nessuna certezza che non possano tornare ad uccidere di nuovo.

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1 Comment


 Paola Annita Pagliari
Paola Annita Pagliari
Dec 08, 2023

Commenti di un certo tenore, saranno girati a chi di dovere.

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