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Immagine del redattore Paola Annita Pagliari

Quando è troppo



Quando è troppo è troppo.

Ormai è più di un mese che non vedo mia figlia, perfettamente sana lei, perfettamente, almeno credo, sana io. Lei in Piemonte per lavoro, io in Lombardia. Non possiamo stare vicine in un momento così critico. E chi ci ridarà questi importanti momenti che non abbiamo potuto trascorrere insieme? Nessuno! Sono persi per sempre e non ci sono torte, pulizie di casa o foto ricordo che possano restituirceli.

Esco solo per andare a fare la spesa, bardata di tutto punto, ma ho comunque paura che mi veda il primo vicino imbecille e faccia magari una segnalazione. Temo mi possano fermare per strada e che la mia giustificazione non sia abbastanza valida. Ho il terrore di incontrare tra i banchi del supermercato qualche persona che conosco e magari azzardare una frase di saluto. Nooo, non si può, si crea un pericoloso assembramento. A dirmelo è un arrogante "sceriffetto" che fino ad ante pandemia sistemava i carrelli.

No, lo dico francamente, questa situazione mi fa schifo.

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