sto arrivando
Di che giorno volete parlare?
Come, di che giorno? non si ricorda che s’è fissato per oggi?
Oggi? Ne sento parlare per la prima volta. Oggi, oggi… abbiate pazienza, ma oggi non posso.
Oggi non può! Cos’è nato?
Prima di tutto, non mi sento bene, vedete.
Mi dispiace; ma quello che ha da fare è cosa di così poco tempo, e di così poca fatica…
E poi, e poi, e poi…
E poi che cosa?
E poi c’è degli imbrogli.
Degl’imbrogli? Che imbrogli ci può essere?
Bisognerebbe trovarsi nei nostri piedi, per conoscer quanti impicci nascono in queste materie, quanti conti s’ha da rendere. Io son troppo dolce di cuore, non penso che a levar di mezzo gli ostacoli, a facilitar tutto, a far le cose secondo il piacere altrui, e trascuro il mio dovere; e poi mi toccan de’ rimproveri, e peggio.
Ma, col nome del cielo, non mi tenga così sulla corda, e mi dica chiaro e netto cosa c’è.
Sapete voi quante e quante formalità ci vogliono per fare un matrimonio in regola?
Bisogna ben ch’io ne sappia qualche cosa, poiché me ne ha già rotta bastantemente la testa, questi giorni addietro. Ma ora non s’è sbrigato ogni cosa? non s’è fatto tutto ciò che s’aveva a fare? Guardi che mi sto incazzando sul serio
Tutto, tutto, pare a voi: perché, abbiate pazienza, la bestia son io, che trascuro il mio dovere, per non far penare la gente. Ma ora… basta, so quel che dico. Noi poveri curati siamo tra l’ancudine e il martello : voi impaziente; vi compatisco, povero giovane; e i superiori… basta, non si può dir tutto. E noi siam quelli che ne andiam di mezzo.
Ma mi spieghi una volta cos’è quest’altra formalità che s’ha a fare, come dice; e sarà subito fatta.
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